Torcicollo congenito miogeno – Torcicollo posturale

Il torcicollo miogeno congenito

E’ determinato dalla retrazione fibrosa del muscolo sterno-cleido-mastoideo di un lato.

Lo sternocleidomastoideo è un muscolo costituito da  quattro capi:

  • il cleido-mastoideo, il capo profondo, teso dal terzo interno della clavicola all’apofisi  mastoidea;
  • il cleido-occipitaleche ricopre la maggior parte del cleido-mastoideo e la cui inserzione si      inserisce sulla linea curva dell’occipite;
  • lo sterno-occipitale;
  • lo sterno-mastoideo,  questi ultimi due hanno inserzione per mezzo di un tendine comune sul      bordo superiore del manubrio sternale.

Lo sterno occipitale va a raggiungere le inserzioni del cleido-occipitale sulla linea curva superiore; quanto allo sterno-mastoideo, si fissa sul bordo superiore e quello anteriore dell’apofisi mastoidea.

L’accorciamento e la minore elasticità del capo sternale e/o clavicolare fissa il capo in un atteggiamento caratteristico : flessione  verso   il lato affetto e rotazione verso il lato opposto.

Sembra ci sia maggior incidenza nel lato destro e nel sesso femminile.

Il torcicollo miogeno congenito ha un incidenza che varia da 0,3% a 1,6% dei neonati, ed a volte è associato alla displasia dell’anca .

I segni clinici sono determinati da:

Atteggiamento viziato del capo, che si presenta inclinato da un lato e ruotato  verso il lato opposto (l’inclinazione del capo determina la definizione di torcicollo destro o sinistro).

Limitazione nel movimento passivo del capo in rotazione omolaterale e anche nel movimento di flessione laterale del capo verso il lato opposto.

i genitori e il terapista possono percepire una tumefazione o un ispessimento del muscolo SCM.

Può essere presente una plagiocefalia occipitale e anomalie a livello delle ossa facciali.

L’esame strumentale di elezione per la diagnosi è l’ecografia, che deve essere eseguita bilateralmente.

Nel torcicollo miogeno congenito il muscolo SCM, presenta una tumefazione, a volte evidente a occhio nudo o facilmente palpabile, tale tumefazione è maggiormente evidente nelle prime 4 settimane di vita e poi và gradualmente a scomparire entro i 3-4 mesi.

La causa più frequente  sembra sia determinata da un anormale posizione intrauterina  del feto nel canale della nascita,che determina  un’ischemia del muscolo e di conseguenza la trasformazione del tessuto  muscolare in tessuto fibroso e il risultato evidente è la retrazione.

Ci sono altre teorie che spiegano l’origine del torcicollo congenito.

Quella traumatica (retrazione fibrosa di ematomi intramuscolari determinati da strumenti o manovre ostetriche nel parto distocico).

Infiammatoria (per riscontro della deformità in nati da gravidanze complicate con processi infiammatori).

Embrionaria (da ipoplasia  unilaterale dello sterno- cleido- mastoideo, per vizio di prima formazione).

I sintomi riscontrati sono determinati da:

  • Inclinazione obbligata del capo verso il lato colpito e contemporanea rotazione verso il lato opposto;
  • possibilità di palpare il fascio muscolare affetto che, nei tentativi di correggere passivamente  l’atteggiamento coatto del capo, si tende come una corda sotto la cute;
  • emiatrofia dello scheletro cranio-facciale della metà corrispondente;
  • eventuale scoliosi cervicale, secondaria al persistere della malformazione.
  • Il trattamento in genere, permette di risolvere completamente il problema, solo nei casi più gravi o in casi in cui si è potuto intervenire solo tardivamente, può essere necessario l’intervento chirurgico.

Il trattamento del torcicollo infantile, dovrebbe iniziare il più precocemente possibile per prevenir ela fibrosi del muscolo, per prevenire le alterazioni e asimmetrie cranio facciali.

Inoltre con il passare dei mesi , il bambino cresce, aumentano le sue competenze motorie, la voglia di muoversi e cambiare posizione e diventa più faticoso eseguire gli allungamenti, lo stretching, gli esercizi e le cure posturali, che sono parte integrante del trattamento.

L’iter riabilitativo dovrebbe prevedere, prima di tutto, una ecografia del muscolo per evidenziare l’effettiva contrattura, anche se a volte la fibrosi non si evidenzia subito.

L’indicazione terapeutica è quella di eseguire delle sedute di riabilitazione motoria, sarebbe più indicato affidarsi ad un terapista  specializzato in età evolutiva  (terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva).

Il quale oltre a eseguire il trattamento,  fornirà  indicazioni ai genitori sia a livello riabilitativo (allungamenti da eseguire a casa, ecc) ma  anche relativamente alla  cura posturale del bambino (quali posture sono indicate  e quali  intervengono positivamente nella cura del torcicollo e quali invece evitare, come stimolare adeguatamente il bambino, ecc).

Il trattamento riabilitativo, eseguito dal terapista consiste :

Mobilizzazioni, stretching  e allungamento passivo e attivo del muscolo sterno-cleido-mastoideo e di muscoli sinergici, qualora fossero coinvolti.

Cura posturale: indicare ai genitori le posture che spontaneamente favoriscono l’allungamento del muscolo e che agiscono correggendo le deformazioni cranio-facciali determinate dal torcicollo.

Per esempio: durante i riposini giornalieri del bimbo, posizionare il piccolo in  semisupino,  con il lato dove il muscolo è retratto rivolto verso l’alto, utilizzando un cuscino per l’allattamento o  un asciugamano arrotolato, posizionato dietro la schiena, per fargli mantenere la posizione.

Questo favorisce l’allungamento del muscolo e permette di intervenire sulle alterazioni cranio-facciali perché il bambino appoggia con il capo dal lato opposto, il terapista può, trazionando delicatamente la spalla verso il basso e indietro,  favorire ulteriormente l’allungamento del muscolo perché ne allontana i capi articolari.

Quando il bambino è in posizione supina sulla culla, carrozzina o sdraietta, si può utilizzare un piccolo asciugamano arrotolato, per creare uno spessore che mantenga più allineato il capo.

Si può posizionare  il neonato (da sveglio) per pochi  minuti in postura prona,  con il capo ruotato verso il lato della contrattura ( lo sternocleidomastoideo ha una tripla azione inclina il capo dal lato della contrazione e lo ruota verso il lato opposto e estende il capo) ruotare in posizione prona il capo dal lato della contrattura, permette di far  rilasciare il muscolo retratto, perché in questo movimento è il controlaterale che si contrae  e guadagnare gradi a livello articolare sulla rotazione del capo dal lato compromesso, che spesso non è completa.

Si può mantenere il bambino (da sveglio) in posizione prona, (con un piccolo asciugamano arrotolato sotto il cavo ascellare, per farlo faticare di meno) con il  capo sollevato dal piano di appoggio e allineato, perché in questa postura la muscolatura posteriore del collo si contrae per estendere il capo, mentre quella anteriore si deve rilasciare( quindi anche lo sterno-cleido-mastoideo) e il bambino esegue un allungamento attivo del muscolo.

L’allungamento del muscolo può essere svolto anche in posizione supina.

Oltre all’allungamento dello sterno-cleido-mastoide, bisogna considerare che spesso anche i muscoli scaleni e il trapezio possono subire un accorciamento  perché in stretto contatto con il muscolo retratto.

Con la crescita del bambino e l’acquisizione di nuove competenze, tra cui  un maggior controllo del capo , possono essere svolti altri tipi di  esercizi.

La prognosi è favorevole, ma i genitori devono essere informati del fatto che si possono ripresentare delle “ricadute”, in alcuni casi:

  • nel momento in cui il bambino acquisisce una nuova postura antigravitaria ( postura seduta, in piedi…);
  • quando il bambino è malato;
  • quando il bambino è particolarmente stanco.

Questi fenomeni dovrebbero scomparire, mano a mano che il bambino diventa più grande.

Inoltre è importante sottolineare, nonostante non vi siano ancora  studi scientifici al riguardo, che molto spesso nei bambini con torcicollo miogeno congenito, si evidenzia un lieve ritardo nello sviluppo motorio.

Sono spesso bambini, poco reattivi, che dormono molto (anche tutta la notte) già da piccolissimi, che presentano spesso un tono muscolare lievemente diminuito e che presentano una motricità spontanea poco ricca.

E’ importante quindi fornire indicazioni ai genitori, su come stimolare adeguatamente il bambino e seguirlo nelle fasi dello sviluppo.

Il torcicollo posturale

Nel torcicollo posturale, come nel torcicollo miogeno congenito, è evidente l’atteggiamento viziato del capo, inclinato da un lato e ruotato dal lato opposto, solitamente la componente della rotazione è lieve  può anche non essere presente.

Di solito non è presente limitazione nel  movimento passivo di rotazione omolaterale e flessione laterale del capo dal lato opposto.

Generalmente si evidenzia asimmetria delle ossa del cranio (plagiocefalia occipitale) e della faccia.

non dovrebbero essere presenti anomalie strutturali del muscolo SCM e quindi l’ecografia dovrebbe risultare normale.

Le cause che determinano il torcicollo posturale sono legate  a posizioni viziate intrauterine mantenute dal bambino nell’ultimo periodo di gravidanza.

Per esempio è possibile riscontrare  dei  neonati con torcicollo posturale in caso  di gravidanze gemellari, in cui lo spazio all’interno della pancia è limitato e uno dei due, o più feti, possono assumere nell’ultimo periodo posizioni viziate, per mancanza di spazio.

Un’altra situazione a volte collegata al torcicollo posturale è in presenza di gravidanze a rischio in cui la mamma l’ultimo periodo è dovuta rimanere a letto.

Si è inoltre evidenziato che anche uno scorretto accudimento del neonato, può favorire lo sviluppo del torcicollo posturale.

Mantenere il neonato, durante il giorno sempre nella stessa posizione e un uso prolungato dell’ovetto, possono portare il neonato ad assumere posizioni viziate del capo, soprattutto in alcuni neonati con un tono muscolare non particolarmente reattivo.

Il trattamento del torcicollo posturale prevede, come nel trattamento del torcicollo miogeno congenito, mobilizzazioni, stretching  e allungamento passivo e attivo del muscolo sterno-cleido-mastoideo e di muscoli sinergici, qualora fossero coinvolti.

Cura posturale: indicare ai genitori le posture che spontaneamente favoriscono l’allungamento del muscolo e che agiscono correggendo le deformazioni cranio-facciali determinate dal torcicollo e attività per la veglia.

 

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