Promozione

Progetto promozione dello sviluppo del neonato e sostegno alla genitorialità:

Il progetto consiste in incontri rivolti ai neogenitori durante i quali verranno insegnate le tecniche di massaggio infantile, verranno fornite informazioni relative all’accudimento e allo sviluppo psicomotorio del bambino e verranno eseguiti semplici esercizi e  giochi di movimento per favorire lo sviluppo del piccolo.

Informazione multidisciplinare: è inoltre prevista la partecipazione di altre figure professionali che partecipano al progetto (puericultrice, psicologa, insegnante del portare in fascia ecc.).

Buone pratiche a sostegno dello sviluppo del bambino

Di seguito sono indicate alcune informazioni e consigli, relativi all’accudimento,  le cure posturali e lo sviluppo del bambino.

1) Il neonato, dovrebbe essere posizionato nella culla o nella carrozzina e rimanere nell’ovetto solo il tempo necessario allo spostamento in macchina o per brevi periodi di tempo (mezz’ora).

Il neonato, nell’ovetto è sistemato in una posizione raccolta nella quale, la colonna vertebrale non è ancora pronta a rimanere per lunghi periodi, perché se è vero che durante la gravidanza, il feto assume posizioni raccolte e contenute, per il limite derivatogli dalle pareti uterine,  è anche vero che il feto durante la gravidanza è immerso nel liquido amniotico e quindi non sottoposto alla forza di gravità e facilitato nei movimenti sempre dalla presenza dello stesso liquido.

All’interno dell’ovetto, la muscolatura anteriore del corpo è contratta, perché il bambino è flesso in avanti, mentre quella posteriore si deve distendere e non ha possibilità di contrarsi, questo  meccanismo a lungo andare determina un funzionamento anomalo della muscolatura con maggiore difficoltà  ad attivare la muscolatura posteriore.

Anche nella fascia o nei marsupi, il neonato assume posizione raccolte, ma nella fascia il neonato può essere disposto in maniera più orizzontale, cosa che non avviene nell’ovetto, mentre i marsupi vengono solitamente usati dopo il primo mese e il bambino è disposto in maniera meno flessa rispetto all’ovetto.

Nell’ovetto inoltre, il neonato ha meno possibilità di movimento e di sperimentare autonomamente i movimenti del proprio corpo.

 

2) All’interno della culla o carrozzina, durante il giorno, è consigliabile cambiare la posizione del neonato, ogni mezz’ora circa.

Durante i riposini, (di giorno) il neonato và posizionato in decubito laterale (su un fianco) e poi in posizione supina (pancia su) e successivamente sull’altro fianco, variando la posizione ogni mezz’ora circa.

Questi accorgimenti permettono alle ossa della testa di subire il carico in maniera omogenea e di non incorrere in schiacciamenti e plagiocefalie delle ossa del cranio.

Inoltre la posizione sul fianco, facilita:

  • L’acquisizione del rotolamento.
  • Facilita il movimento delle braccia sulla linea mediana e verso la bocca.
  • Stimola la coordinazione oculo-manuale.
  • Possono essere utilizzati dei cuscini specifici per mantenere la posizione sul fianco o semplicemente controllare il piccolo di tanto in tanto.

Durante la notte il neonato fino a 18 mesi, deve dormire in posizione supina (pancia su), perché è l’unica che permette di ridurre notevolmente il rischio di morte in culla (S.I.D.S.).

 

3) Intorno al secondo mese di vita, è utile posizionare il bambino sveglio, per qualche minuto a pancia sotto.

Per aiutarlo a mantenere la posizione si può utilizzare il cuscino dell’allattamento o un asciugamano arrotolato, sistemato sotto il torace a livello del cavo ascellare.

  • La postura prona facilita:
  • Lo sviluppo del controllo del capo;
  • Sviluppa l’equilibrio;
  • Rinforza la muscolatura del dorso e delle braccia;

 

4) Dal terzo mese, durante il giorno, è indicato sistemare il piccolo su un tappeto morbido a terra in questo modo il bambino potrà giocare in posizione prona, potrà sperimentare il rotolamento e lo strisciamento per raggiungere oggetti desiderati.

 

5)  Lo sviluppo del bambino non è lineare, ma è determinato da periodi critici, in cui il sistema nervoso subisce una disorganizzazione, in funzione di una  nuova acquisizione e poi si riorganizza.

Per esempio tra il 3-4 mese di vita, si identifica un periodo critico caratterizzato da un notevole sviluppo della funzione visiva, il bambino appare più interessato agli stimoli esterni e più interessato a interagire con l’adulto.

Queste nuove competenze che si sviluppano, creano una disorganizzazione a livello del sistema nervoso, che si può manifestare con maggiore irritabilità, maggiore difficoltà ad addormentarsi e minor interesse per l’alimentazione. Spesso il genitore si chiede che cosa abbia il bimbo o che cosa di sbagliato abbia commesso per ottenere un comportamento simile del piccolo, quando in realtà è un momento critico passeggero, legato allo sviluppo di nuove connessioni neurali che creano una disorganizzazione di quelle preesistenti e terminerà con nuova organizzazione del sistema nervoso.

Quindi potremmo dire in generale che ad ogni importante acquisizione, si verifica in realtà una “regressione”, per poi riottenere un successivo equilibrio.

 

6) Ogni acquisizione motoria è fondamentale e propedeutica per quelle successive e contribuisce a determinare il livello di coordinazione e la fluidità dei movimenti della motricità globale del bambino.

Nessuna tappa motoria è superflua ed è opportuno che avvengano in un determinato periodo di tempo.

Nei primi due anni di vita lo sviluppo cognitivo del bambino è molto in relazione con le acquisizioni motorie, attraverso il movimento il bambino raccoglie informazioni sul proprio schema corporeo, sulla posizione del proprio corpo nello spazio e sulle relazioni spaziali tra gli elementi che lo circondano, per questo è importante che le acquisizioni motorie si sviluppino in tempi adeguati.

Recenti studi inoltre hanno evidenziato la relazione tra coordinazione motoria e funzione esecutive.

Le funzione esecutive sono dei “ processi mentali finalizzati all’elaborazione di schemi cognitivo-comportamentali adattivi in risposta a condizioni ambientali nuove e impegnative”.

Ne fanno parte:

  • La capacità di pianificare le azioni in sequenze gerarchiche di mete e obiettivi;
  • Lo spostamento flessibile dell’attenzione sulle informazioni rilevate;
  • L’attivazione di strategie appropriate alla risoluzione di un problema e l’inibizione di risposte non adeguate;
  • La memoria di lavoro;

Queste funzioni sono coinvolte nei processi di apprendimento scolastico.

Quindi un buon livello di coordinazione motoria è un predittore di buone competenze in ambito scolastico.

Per quanto riguarda lo sviluppo psicomotorio del bambino, i genitori dovrebbero rispettare i tempi del bambino, monitorarlo e creare le condizioni ambientali che permettano al piccolo di muoversi, sperimentare, sentire, toccare in sicurezza.

Lo sviluppo motorio del neonato è abbastanza variabile da individuo a individuo, sono state però identificate delle tappe di sviluppo, secondo le principali Scale di Osservazione (Gessel, Bayle, Griffith, Brunet e Lezine).

Abilità motoria Gessel Bayle Griffith Brunet e Lèzine
Controllo del capo 4-5 mesi 2,8 mesi 3 mesi 3 mesi
Seduto da solo 8-9 mesi 6,9 mesi 7,8 mesi 7 mesi
Eretto con sostegno 8-9 mesi 8-9 mesi 9 mesi 9 mesi
Carponi 9-10 mesi 10 mesi
Presa a pinza 11-12 mesi 9 mesi 9 mesi 9 mesi
Eretto da solo 13-14 mesi 13 mesi 12 mesi
Cammino indipendente 15-18 mesi 11,8 mesi 15 mesi 15 mesi

 

7) Si è da poco concluso il II° Convegno Internazionale Transdisciplinare Brazelton (Ricerca, clinica, interventi e politiche per promuovere lo sviluppo del bambino), durante il quale si è ribadito il concetto fondamentale che lo sviluppo psicomotorio è un fenomeno relazionale e che i primi anni di vita del bambino sono fondamentali e danno il “la” per tutto l’arco della vita.

Per fenomeno relazionale si intende che lo sviluppo del bambino è regolato da diversi fattori genetici, ambientali, ma anche da fattori affettivo-relazionali.

Soprattutto nel primo anno di vita il bambino si crea dei significati rispetto a quello che sperimenta sente, tocca, in funzione del suo bagaglio genetico, ma anche in funzione dell’aspetto emotivo-affettivo che accompagna queste informazioni.

Per esempio se un genitore prende in braccio un bambino  e gli fa’ fare un gioco di movimento come sollevarlo delicatamente  in basso e  in alto e mentre esegue questi movimenti, sorride e scherza con il bimbo, quest’ultimo creerà un significato positivo di questo gioco e di questi movimenti del corpo. Se al contrario lo stesso gioco viene eseguito con il genitore che ha la faccia spaventata o arrabbiata, o senza particolare coinvolgimento, se questa dinamica si ripete diverse volte,  il bambino darà a questo gioco un significato negativo, non vorrà più farlo e magari avrà paura a sperimentare movimenti e giochi motori.

La qualità dei significati e quindi lo sviluppo cognitivo e motorio del bambino, risultano influenzati da un buon attaccamento e dalla qualità della relazione con le figure più importanti per il bambino (i genitori).

 

8) Lo sviluppo del linguaggio del bambino evidenzia molta variabilità , ci sono bimbi che già dopo poco più di un anno dicono le prime paroline (mamma, papa, palla, pappa, ecc.) e bimbi che iniziano più tardi. Il bambino subito dopo la nascita inizia a riconoscere i suoni, le espressioni dei volti, il tono della voce e ad associarli a oggetti e sensazioni, per fare ciò, ha bisogno di un ambiente ricco di relazioni parole, sguardi e coccole, ma soprattutto ha bisogno che le figure intorno a lui si mettano” in ascolto”, assumano un atteggiamento “empatico”.

Che cosa vuol dire?

Che il genitore deve ascoltare i segnali che invia il bambino, provare a interpretarli, ampliarli, fornirgli un ritorno, in questo modo il bambino si creerà un significato positivo dei primi scambi comunicativi, si sentirà sicuro di essere ascoltato, troverà piacere nel gioco di interazione e a quel punto il linguaggio sia in comprensione che in produzione verbale andrà gradualmente a svilupparsi.

E’ molto importante parlare al proprio bambino (sin dalla nascita). La comunicazione per essere tale non deve essere a senso unico, anche se il bambino è piccolo e non può rispondere verbalmente, può utilizzare altri canali (sguardo, movimenti del corpo, suoni) che hanno un grande valore comunicativo e a cui il genitore dovrebbe far attenzione e rispondere di conseguenza. Questo concetto è molto importante, perché il bambino in base all’attenzione e alle risposte che diamo ai suoi segnali, comprende che questi ultimi creano degli effetti sul genitore e tende quindi a ripeterli e a dargli un valore comunicativo.
Il bambino non è un contenitore vuoto che va’  riempito, è un essere che nasce già con determinate caratteristiche e va’ rispettato, tenendo in considerazione i suoi tempi e le sue necessità.
Il linguaggio utilizzato dal genitore, dovrebbe essere semplice, contestuale, con un tono di voce pacato, accompagnato da gesti e mimica facciale. Si può descrivere quello che si ha intorno e ciò che il piccolo sta guardando.

Descrivere le azioni che si stanno compiendo, parlare anche di quello che a breve si andrà a fare e che si è svolto da poco.
Cantare canzoncine e filastrocche ( durante il cambio del pannolino o durante la pappa). Gli studi evidenziano che le parole cantate hanno un ritmo e una sonorità che il bambino apprezza maggiormente.

Mentre si fa il bagnetto si possono indicare e nominare le varie parti del corpo (iniziando dal volto); la consapevolezza di sé e quindi anche dello schema corporeo è fondamentale nel processo di  comunicazione con l’altro.

Raccontare brevi e semplici storielle (prima della nanna per es.) si possono utilizzare anche libri con immagini semplici, adatti all’età.