Il ritardo psicomotorio

La definizione ritardo dello sviluppo psicomotorio, viene utilizzata quando nello sviluppo del bambino si evidenzia la mancata acquisizione delle competenze motorie, cognitive e comunicative in relazione all’età cronologica. Rispetto quindi al ritardo motorio semplice, che si riferisce alle sole competenze motorie globali,nel ritardo psicomotorio vi è un armonico ritardo di tutte le funzioni adattive.

Rappresenta quindi una sindrome aspecifica non chiaramente definibile nei primi 2-3 anni di vita.

Il bambino con ritardo psicomotorio è  spesso definito dai genitori “molto buono e tranquillo”.

Un bambino che ovunque venga  “sistemato” non protesta  anzi viene quasi “dimenticato”, “un bambino che si intrattiene da solo e che si accontenta di quello che ha a portata di mano”.

Queste sono le descrizioni  che spesso  mi fanno i genitori di bambini con ritardo psicomotorio.

La scarsa iniziativa è infatti una caratteristica di questi bambini, che sono motoriamente abbastanza fermi, poco interessati a esplorare l’ambiente circostante.

Gli studi evidenziano che questi bimbi vengono inizialmente segnalati per le difficoltà a livello motorio.

L’atto  motorio è l’elemento iniziale con il quale  il bambino si relaziona con l’ambiente esterno e lo sviluppo motorio è  in stretta relazione con lo sviluppo cognitivo, sociale e comunicativo.

Il bambino attraverso il movimento modifica la realtà esterna e da questa azione riceve delle informazioni di risposta.

Alcuni studi ( Rubin e Balow 1980, Levi e Parisi 1981) hanno sottolineato come le difficoltà motorie, per cui questi bambini  vengono inizialmente segnalati, possano rappresentare  la prima espressione di una difficoltà di sviluppo più globale.

Altri lavori  (levi 1978; Flehmig 1980 )hanno dato maggiore importanza all’ipotesi che nei bambini con ritardo psicomotorio risulti cruciale e prevalente, come momento patogenico centrale, un disturbo percettivo.

Secondo questi autori il bambino con ritardo psicomotorio non è in grado di rilevare quelle informazioni percettive che sono utili per organizzare  e regolare i suoi programmi motori.

Altre ricerche sottolineano  delle atipie nelle strategie di apprendimento.

L’osservazione clinica e i dati degli studi effettuati, dimostrano come le iniziali di difficoltà nell’uso cognitivo dell’atto motorio e dell’atto percettivo, possono  andare ad interferire con lo sviluppo delle competenze prassiche , simboliche e comunicative.

In genere il ritardo delle competenze motorie globali ha un’evoluzione favorevole, pur con un ritardo nei tempi di acquisizione delle posture e del cammino, mentre può persistere un disordine nelle abilità motorie fini e complesse, che interferisce in tutte le fasi di elaborazione e controllo del comportamento motorio.

Lo sviluppo psicomotorio fisiologico del bambino è illustrato nell’estratto del Seminario “ Il Ritardo Psicomotorio, Diagnosi, Presa in carico e Riabilitazione precoce” .

Affinchè lo sviluppo del bambino sia fisiologico alcune acquisizioni devono verificarsi in determinati momenti.

Questo è uno dei motivi per cui la precocità dell’intervento, nel trattamento del ritardo psicomotorio è fondamentale.

Per questo medici e pediatri, in particolar modo, dovrebbero essere sensibilizzati rispetto a questo disturbo, essendo  le figure di riferimento che devono per prime allertare i genitori ed  eventualmente inviarle alle figure di riferimento (Neuropsichiatra Infantile).

Il ritardo psicomotorio coinvolge  anche il livello comunicativo-linguistico e spesso questi bimbi oltre ad essere silenziosi,  non presentano  quelli che vengono definiti i prerequisiti del linguaggio (indicare, mostrare, ecc).

A volte questi bambini possono evidenziare una lieve alterazione del tono muscolare (ipotono- ipertono).

In questi casi  c’è un primo  dato anamnestico che giustifica tale ritardo.

I ritardi dello sviluppo psicomotorio legati a lievi alterazioni del tono muscolare, che non evidenziano danni neurologici e non sono legati a sindromi genetiche,  dopo l’intervento riabilitativo, si risolvono solitamente in maniera abbastanza rapida.

Comunque il ritardo psicomotorio, permane  spesso una diagnosi di attesa, per questo oltre alla valutazione funzionale, se il medico lo ritiene opportuno, sono fondamentali altri  tipi di esami (indagini genetiche, metaboliche, ematologiche,  risonanza magnetica, ecc.) per escludere altre patologie più complesse.

Questa diagnosi di attesa può chiaramente preoccupare un genitore, ma ci sono alcuni elementi che possono indicare una prognosi favorevole.

Tra questi  vi è il fatto che il bambino, dopo aver intrapreso il percorso riabilitativo,  evidenzia continui e piccoli cambiamenti, cioè  la presa in carico del bambino e quindi le terapie psicomotorie, le indicazioni fornite ai genitori ed eventualmente alle figure scolastiche che lo seguono portano a delle piccole ma continue acquisizioni di competenze.

Questo spesso non accade in alcune patologie dove la ripetizione e la stereotipia del comportamento sono parte della disabilità.

Il trattamento riabilitativo del bambino con ritardo psicomotorio deve quindi essere precoce, coinvolgere la  famiglia e le figure che ruotano intorno al piccolo (scuola , baby sitter, nonni, ecc.) e globale.

 

Il ritardo psicomotorio: la valutazione neuropsicomotoria

La definizione di ritardo dello sviluppo psicomotorio, viene utilizzata quando nello sviluppo del bambino, si evidenzia la mancata acquisizione delle competenze motorie, cognitive e comunicative in relazione all’età cronologica.

La valutazione neuropsicomotoria è di fondamentale importanza nel ritardo psicomotorio e permette di definire il livello di sviluppo del bambino e di individuare le aree di forza e di debolezza all’interno del suo profilo di sviluppo.

Le scale Griffiths, sono lo strumento valutativo di eccellenza, nei casi di ritardo psicomotorio.

Questo test fornisce una valutazione del profilo di sviluppo e del livello evolutivo del bambino, da cui è possibile comprendere se lo sviluppo del bambino è adeguato alla sua età oppure se vi è l’indicazione per eseguire ulteriori approfondimenti e/o iniziare un trattamento riabilitativo.

Le scale Griffiths, sono uno strumento di misura dello sviluppo globale del bambino, che valuta cinque aree evolutive chiave, dalla nascita fino ai 72 mesi ( 0-6 anni).

Le aree che va ad indagare sono:

  • Le basi dell’apprendimento;
  • Il linguaggio e la comunicazione;
  • La coordinazione oculo-manuale;
  • L’area personale-sociale-emotiva;
  • L’area grosso-motoria;

Questo test è uno tra gli strumenti valutativi più utilizzati in ambito pediatrico, anche la maggior parte delle strutture mediche pediatriche, utilizzano questo strumento sia a livello diagnostico che valutativo. Eseguire una valutazione con le scale Griffiths, permette al terapista, che segue il piccolo paziente, di avere un linguaggio comune con gli altri medici di riferimento, una maggiore condivisione di informazioni e di obiettivi con i genitori del bambino.

Nello specifico, le aree valutate sono:

Scala A Base degli apprendimenti: valuta quegli aspetti che durante la prima infanzia rappresentano i prerequisiti delle capacità di apprendimento e che favoriscono un successivo percorso positivo a livello scolastico. In particolare comprendono le abilità attentive, la velocità di elaborazione e altri  aspetti del funzionamento esecutivo, quali la pianificazione, l’organizzazione di informazioni, la memoria e  il ragionamento. Lo sviluppo di queste competenze, rappresenta il processo attraverso il quale i bambini sviluppano le loro capacità di pensare, apprendere e usare le informazioni.

Scala B Linguaggio e comunicazione: misura le competenze linguistiche e comunicative dei bambini. Valuta l’intenzionalità comunicativa, la comprensione verbale del bambino, la produzione verbale e la capacità di utilizzare il linguaggio in maniera socialmente efficace. Vengono inoltre segnalati altri aspetti quali l’attenzione, la capacità di ascolto e la memoria verbale, requisiti importanti per un buon sviluppo del linguaggio.

Scala C Coordinazione oculo-manuale: valuta la prensione, la coordinazione oculo-manuale, le competenze visuopercettive e visuocostruttive, la coordinazione bimanuale, la motricità fine, i movimenti selettivi delle dita, ma anche la pianificazione motoria e le competenze grafo-motorie, la velocità, la forza e la precisone del movimento a livello degli arti superiori .

Scala D Personale-sociale; valuta lo sviluppo delle abilità personali, sociali ed emotive del bambino. All’interno della sfera personale, si valuta l’emergere del concetto di sé, la conoscenza di informazioni relative alla propria persona e il livello di autonomia del bambino nelle attività quotidiane. All’interno della sfera sociale vengono valutate le competenze relazionali del bambino e nella sfera emotiva si misura la capacità del bambino di comprendere ed esprimere le emozioni, la capacità di assumere la prospettiva dell’altro, l’empatia, il ragionamento morale e la teoria della mente.

Scala E Grosso-motoria: valuta il controllo posturale, la forza e il trofismo muscolare. Misura l’equilibrio statico e dinamico, la coordinazione motoria generale, la coordinazione oculo-manuale, il ritmo e la sequenza motoria.

 

Durante la crescita del bambino, tutte queste competenze si sviluppano e si integrano le une con le altre favorendo un armonico sviluppo del bambino, quando parliamo di ritardo psicomotorio alcune o tutte le competenze delle diverse scale, risultano compromesse o non adeguate all’età del bambino.

Utilizzare questo test permette di individuare le aree di debolezza e di forza del profilo di sviluppo del bambino, pianificare obiettivi a breve e lungo termine, che possono essere chiaramente spiegati ai genitori, i quali risultano più consapevoli dello sviluppo del proprio piccolo. Le scale dello sviluppo Griffiths forniscono inoltre, uno strumento di verifica e revisione, dell’intervento riabilitativo proposto.

La valutazione del ritardo psicomotorio, comprende inoltre un colloquio iniziale con i genitori in cui vengono raccolti i dati anamnestici ed eventuali referti di visite precedentemente effettuate, la somministrazione del test e l’osservazione ecologica  di gioco del bambino.

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